Il Superfascista. Vita e morte di Alessandro Pavolini by Arrigo Petacco

Il Superfascista. Vita e morte di Alessandro Pavolini by Arrigo Petacco

autore:Arrigo Petacco [Petacco, Arrigo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia
ISBN: 9788804447993
editore: Mondadori
pubblicato: 1997-12-31T23:00:00+00:00


Quando Doris Duranti incontra per la prima volta Alessandro Pavolini, a Livorno, sul finire del 1941, lei è già un'attrice famosa e affermata. Ventiquattro anni, un fisico slanciato e aggressivo, i capelli corvini, un viso bellissimo, di una bellezza esotica, occhi splendidi, temperamento sensuale, una via di mezzo fra Joan Crawford e Maria Felix, Doris è in quel momento la diva che più di tutte eccita la fantasia dei maschi italiani. Di carattere ribelle, libera, estroversa, spregiudicata, è scappata di casa a diciotto anni per seguire il «bello» del momento, l'attore Nino Besozzi. A Roma, dov'è approdata, questa ragazza senza inibizioni non ha faticato a farsi accettare a Cinecittà. In breve tempo è diventata la «pasionaria» del cinema italiano. Fra tutte le bamboleggianti attrici dell'epoca dei «telefoni bianchi», lei è certamente l'unica femmina sanguigna e sensuale che non sfigurerebbe tra le rappresentanti dell'odierno genere erotico. Quando conosce Pavolini ha già al suo attivo un numero discreto di buoni film: "Sotto la croce del Sud", "Sentinella di bronzo" e "Il re si diverte". A Livorno è ritornata per motivi di lavoro: sta infatti girando "Carmela", con il regista Calzavara, negli stabilimenti cinematografici di Tirrenia.

L'occasione del loro incontro è fornita da un terribile bombardamento aereo che quella notte ha colpito la città. Pavolini, che è ospite di Ciano nella sua villa di Antignano, ha voluto recarsi a visitare i quartieri sinistrati in forma privata, ossia in borghese e senza seguito. Anche la Duranti è scesa in città dal suo albergo, e in quel momento si aggira sgomenta fra le macerie dei quartieri in cui ha trascorso la fanciullezza. A un tratto, come racconterà in seguito la diva a Guido Gerosa, le appare fra le rovine un uomo giovane, di carnagione scura e vestito con molta ricercatezza. L'uomo, che ha gli occhi arrossati e il volto triste, la fissa sorpreso: «Ma voi siete l'attrice Doris Duranti!». «Sì. E voi chi siete?»

«Mi chiamo Alessandro Pavolini.» Quel nome, sul momento, non le dice nulla. Poi lo sconosciuto le chiede se può andarla a trovare a Tirrenia. Vorrebbe vederla al lavoro. Doris risponde che è possibile. «Ma voi chi siete?» gli chiede ancora. «Cosa fate?»

«Varie cose» risponde l'altro sibillino.

A Tirrenia, Doris riferisce del suo incontro al suo produttore e cugino Eugenio Fontana: «Un tipo curioso mi ha chiesto se può venire a vedermi girare. E' simpatico. Verrà domani». Fontana si arrabbia: «Ti ho detto mille volte di non portare rompiscatole. Qui si lavora. Ma sai almeno chi è?». «Boh, un tale che dice di chiamarsi Pavolini!» Il produttore rimane senza fiato. «Stai scherzando? Ma non sai che Pavolini è il ministro della Cultura popolare?» No, Doris non lo sa e non le importa: «Sai quanto mi frega dei politici».

Il giorno dopo, puntuale, arriva Pavolini. Visita i teatri di posa, assiste alla ripresa di alcune scene, poi si accomiata dall'attrice. «Voglio» le dice «che veniate a pranzo con me a casa di Ciano. Vi manderò a prendere questa sera.» La villa di Antignano, che Ciano ha preso in affitto da un ricco ebreo, è il buen retiro del ministro degli Esteri e del suo «circolo».



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